Dicono di noi

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La rivoluzione linguistica dello Studio65, a differenza dell’aulica ed esclusiva pratica artistica del Surrealismo alla Dalí, proponeva una invasione e revisione dei codici nel mondo domestico, nell’arredo, nell’abbigliamento e nel modo di vivere lo spazio, gli oggetti e le relazioni personali.
Franco Raggi
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BIBA, acronimo di Bionic Baby, una megascultura tecnologica o meglio uno “spettacolo tecnologico itinerante” destinato a spostarsi ogni anno in una diversa città d’Europa, in cui l’architettura, come con Baby-lonia ma in questo caso attraverso l’informatica e la realtà virtuale, era incaricata di comunicare una necessaria evoluzione linguistica, concettuale, e di progetto
Gianni Pettena
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In loro il ricorso consapevole alle correnti artistiche del Surrealismo e del Dada, della classicità e dell’Illuminismo, della cultura del fumetto come delle filosofie orientali – elementi sapientemente remixati da Audrito – rimane potente, perché smitizza valori aulici e dissacra il senso del tempo. Soprattutto il loro design continua a dare un senso primario alla forma pur garantendone la funzione.
Marco Sammicheli
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Dirompente e irriverente, il lavoro dello Studiosessanta5 si caratterizza per straordinaria freschezza e prepotenza, oltre che per il ricorrente cortocircuito di contraddizioni derivate dal clima intellettuale in cui ha operato e da cui ha avuto origine, e che è stato capace di interpretare in modo originale pur rispettando la pluralità di voci sedute attorno allo stesso tavolo.
Maria Cristina Didero
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Le opere dello Studio65 contengono il mondo, la denuncia, la riflessione sulla storia e, contemporaneamente, echi di paesaggi lontani che viaggiano dall’antica Grecia allo spazio fantascientifico. Possiedono il colore, lo scintillio e la provocazione della Pop Art, movimento che nel 1964 era stato ampiamente riconosciuto e celebrato durante la Biennale di Venezia. Studio65 è Pop Art, è arte popolare perché si cura dell’individuo, delle esigenze materiali e spirituali, dei sogni e delle umane fantasie.
Patrizia Asproni
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Il logo di Studio65, graficamente ricorda i ciclostilati che passavano di mano in mano davanti a università e fabbriche, testimonianza dell’intenzione di cambiare il linguaggio per sostituirlo con la visione; sovvertire linee e strutture tendendo all’impossibile; trasformare la vita a misura d’uomo secondo una visione illuminata, giocosa e profondamente radicale.
Patrizia Asproni
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Capitello makes the unmistakable statement of the ruin of Italian society of the time and goes so far as to destroy the pillars of Classical architecture by turning the Italian column of power and history into a chair.
Evan Snyderman
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Lo Studio65 è testimone di un momento esaltante della storia culturale italiana, è però allo stesso tempo un importante protagonista di un percorso intenso e radicale, che ha saputo anche rinunciare al semplice compiacimento dei propri risultati per innovare continuamente il proprio linguaggio, per superare nuovi confini, per misurarsi con nuove prove.
Danilo Eccher
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